mercoledì 26 settembre 2012

Ideologia del terrore e islamismo politico: terza parte. Qutb e la "terribile schizofrenia"


3a parte: Il pensiero di Sayyid Qutb: la “terribile schizofrenia” del mondo occidentale

Purtroppo anche il cristianesimo, secondo Sayyid Qutb, subì un’involuzione: il suo messaggio non fu accettato dagli Ebrei, Gesù e i suoi seguaci vennero perseguitati, sicché la nuova rivelazione trovò difficoltà ad essere applicata; inoltre dopo la morte di Gesù il messaggio fu male interpretato e frainteso dai seguaci che subentrarono ai primi apostoli.
Antica icona raffigurante San Paolo
Secondo Qutb il primo responsabile di questo fraintendimento del messaggio cristiano fu Paolo di Tarso: egli annacquò la dottrina di Gesù fondendola con elementi della filosofia greca e della mitologia greco-romana; in tal modo il cristianesimo divenne una religione essenzialmente spirituale, distaccata definitivamente dall'insegnamento ebraico che intendeva la religione non solo come spiritualità ma come legge operante tra gli uomini. Insomma, è con Paolo che il cristianesimo cominciò, secondo Qutb, il suo perverso cammino di confinamento nell'intimo della coscienza, perdendo la sua funzione di legge per la comunità degli uomini.

La famosa testa di Costantino conservata
a Roma, Musei capitolini
Non riuscì a far cambiare rotta al cristianesimo neppure la decisione di Costantino di convertire l'impero romano al cristianesimo. Anzi le cose peggiorarono, perché la corruzione e la depravazione in cui l'imperatore viveva provocarono una reazione ascetica nei cristiani più convinti che si rinchiusero nei monasteri, imponendosi una condotta religiosa che, secondo Qutb, è contro la natura umana. Insomma, con questa involuzione il cristianesimo avviò una schizofrenia che caratterizzò in seguito tutta la società umana occidentale: la scissione tra spirito e corpo, tra interiorità ed esteriorità, tra religione e legge civile.

L'arrivo della religione musulmana nel settimo secolo avrebbe potuto ricostruire il corretto rapporto tra uomo e natura, tra spirito e corpo, e diffonderlo presso tutta l’umanità. In quest’opera di persuasione morale, la religione di Maometto sarebbe stata sostenuta dal prestigio raggiunto in campo culturale, dal momento che, dice Qutb, l'Islam aveva scoperto il metodo scientifico molto prima dell’Occidente, grazie agli studiosi musulmani che operavano nelle università d'Oriente e dell'Andalusia. Nell’Islam, secondo lo scrittore, la scienza non era in conflitto con Dio, la religione non era in contrasto con la razionalità scientifica: spirito e corpo erano di nuovo uniti. Ma raggiunta la preminenza nell'umanità anche il mondo islamico si è allontanato dai corretti principi, già a partire dal terzo califfato (intorno alla metà del VII secolo d.C.) e poi, più decisamente, durante la dinastia Omayyade (dalla fine VII secolo al 750 d.C.). Il declino morale del mondo islamico fu accelerato dagli attacchi dei Mongoli, delle Crociate condotte dai cristiani, e infine dei sionisti. La brillante scoperta del metodo scientifico fu esportata in occidente nel XVI secolo e generò fecondi risultati, ma in Europa entrò in urto con il cristianesimo, cosicché si generò una nuova scissione: da un lato la scienza e il suo metodo, dall’altro Dio e la religione, due ambiti in conflitto aperto.

Questa divisione si diffuse talmente in profondità in Occidente da produrre nel corso dell'età contemporanea la “terribile schizofrenia della vita moderna”: ciò che secondo Qutb è “uno” (il naturale desiderio di conoscere il mondo fisico e la naturale aspirazione a vivere nell'ordine divino), nel mondo occidentale divenne “due”: Dio da una parte, la scienza dall'altra. Inevitabile che in tal modo anche la mente degli occidentali e la loro vita si sia divisa, sia diventata doppia e malata, e questa malattia l’Occidente ha esportato anche nel mondo musulmano, attraverso il colonialismo.
Secondo Qutb, questa “terribile schizofrenia” trovava nelle società liberali la sua massima espressione. Le società liberali collocano la dimensione religiosa dentro le chiese e nell'intimo della coscienza, non nella vita pratica di tutti i giorni. Nelle società liberali le chiese sono libere di dare le benedizioni o le maledizioni ma non possono metterle in pratica, perché in esse il potere di chiamare la polizia spetta allo Stato. Attenzione: Qutb non dice che le società liberali tolgono libertà all'esercizio dei culti religiosi, al contrario esse danno libertà a tutti i culti, poiché alla gente è permesso di andare nelle moschee, nelle chiese, nelle sinagoghe, semmai è nei paesi comunisti che questo è impedito. Nelle società liberali “l'esistenza di Dio non viene negata, ma il suo dominio è limitato ai cieli, e la Sua autorità sulla Terra è sospesa”; in tal modo la società liberale “nega o sospende la sovranità di Dio sulla Terra”.


Per Qutb, quindi, la libertà delle società liberali è la massima esemplificazione della schizofrenia moderna e occidentale che pone il mondo materiale di qua e Dio di là, facendo diventare la religione una questione di moralità privata, una serie di vuoti rituali che non hanno alcun effetto nella vita civile, come se il cuore degli uomini fosse l'arbitro supremo del comportamento morale, mentre l'arbitro supremo, scrive Qutb, è solo Dio. La società liberale moderna è jahili, ovvero ignorante come i pagani, e ciò si vede bene, secondo Qutb, nel modo di vivere le relazioni sessuali: la libertà sessuale conduce gli uomini ad avere rapporti sessuali senza amore, basati solo sulla lussuria, e le donne a preferire di essere sexy e frivole anziché responsabili della procreazione della vita; conduce ad avere relazioni senza alcun impegno e porta le donne a dedicarsi alla produzione materiale (cioè a lavorare) anziché dedicarsi ad allevare esseri umani. Tutto ciò è un regresso verso società primitive, è un allontanamento da Dio, dall'ordine naturale che Dio ha dato al mondo, un ordine in cui le famiglie si formano per procreare e educare i figli, non per realizzare i desideri dei genitori, le responsabilità sono armoniosamente divise tra uomini e donne, ogni persona ha una missione da compiere affidatale da Dio. Permissivismo, libertà di coscienza, separazione tra religione e legge civile: la società liberale è pericolosa perché perpetua la “terribile schizofrenia” dell'uomo moderno.
Un islamista radicale manifesta contro la libertà
Massimo esempio di queste perversioni è rappresentato dagli Stati Uniti d'America che Qutb critica non perché vi sarebbero contraddizioni rispetto ai principi cui essi si richiamano, ma appunto perché coerenti tra i principi liberali dichiarati e la loro concreta realizzazione nella società. Qutb non critica gli Stati Uniti perché non riescono ad essere liberali pur professandosi tali (critica che in genere viene mossa contro l’America da intellettuali e politici di sinistra); li critica proprio perché sono liberali, nei principi cui essi si richiamano e nei comportamenti sociali.

Ora, questa schizofrenia, secondo Qutb, stava corrompendo anche l'Islam, perché il potere dell’Occidente, nemico dell'Islam, è effettivamente enorme tanto da inquinare i cuori dei musulmani. Questa corruzione è iniziata da quando Ataturk, abolendo il califfato, aveva portato la schizofrenia dell’Occidente nel mondo islamico: egli, infatti, fondando la Repubblica turca sul modello degli Stati nazionali europei, laici e moderni, aveva separato la religione dalla legge civile, il Corano dai codici. Il timore di Qutb era appunto questo: che l’esempio di Ataturk si diffondesse, che le idee liberali e la loro schizofrenia attecchissero presso il mondo musulmano, confinando l'Islam “nei circoli emotivi e rituali”, impedendogli di “partecipare all'attività della vita”, fermandone il dominio su ogni attività secolare, separando la religione dallo Stato. Questo era appunto quello che era successo in Turchia, quando Mustafà Kemal, il 3 marzo 1924, aveva posto fine al califfato (il califfo, da non confondere con il sultano, era il capo religioso e politico della Umma, di tutti i fedeli dell’Islam). L'attacco di Ataturk era terribile perché nato dentro l'Islam stesso, perciò più subdolo e imprevedibile degli attacchi proveniente dall’esterno; se imitato anche in altre nazioni musulmane avrebbe ridotto l'Islam a una religione da scegliere nell'intimo della coscienza, ad un Islam parziale, e un Islam parziale, secondo Qutb, non è Islam. Se la scelta di Ataturk fosse stata seguita da altri, avrebbe portato allo “sterminio” dell’Islam: sì, Qutb usò proprio questa parola, “sterminio”. “È un tentativo – scrive Qutb – di sterminare questa religione addirittura come credo di base e di sostituirla con concezioni secolari che hanno le loro implicazioni, valori, istituzioni e organizzazioni”. “Sterminare”, scrive Qutb: lo sterminio dell'Islam come religione sarebbe cominciato con la Turchia di Ataturk nel 1924.

Manifestazioni islamiste antioccidentali
Ma la forza dei nemici dell'Islam, secondo Qutb, è solo apparente, poiché la religione musulmana è così autentica e radicata nell'animo umano che saprà resistere e diventare la religione dell'umanità intera. Quel che serve all'Islam per vincere, scrive Qutb, è che i più puri di questa religione si riuniscano in un'avanguardia che si separi dai costumi occidentali e conduca in prima persona una vita integralmente islamica, in modo da costituire una minisocietà di puri entro una società di impuri e di pagani. Il compito successivo di questa comunità è combattere innanzitutto i musulmani non puri, quelli che intendono tenere separata la religione dal resto della vita, come se si potesse essere musulmani una volta alla settimana e poi per il resto relegare la religione nella vita privata. L'obiettivo di questa lotta (jihad, scrive Qutb) è fondare uno Stato, prendendo un intero paese da qualche parte nel mondo islamico e instaurandovi i precetti dell'Islam in forma autentica. Così si sarebbe potuto rifondare lo stato islamico originario, quello del settimo secolo. Poi si dovrebbe portare l'Islam nel mondo, come aveva fatto Maometto. Ripristinare lo stato islamico significa restaurare la shari'a, il codice musulmano, come legge dello stato: la legge coranica deve tornare a dettare norme per la vita civile e politica. Fare questo significa rendere l’umanità veramente libera, liberare veramente l’uomo dalla schiavitù, diffondere solidarietà tra gli individui, dare il giusto aiuto ai bisognosi, donare alle donne il vero rispetto. Chi non vuole seguire la religione dell'Islam è libero di farlo, ma non deve minacciare di rovesciarlo, altrimenti sarà punito; chi commette un crimine contro l’Islam, dice Qutb, lo commette contro la comunità intera, quindi deve subire l'identica ingiustizia che ha inflitto alla comunità: “anima per anima, occhio per occhio, naso per naso, orecchio per orecchio, dente per dente, e per le ferite la legge del taglione”, questo, secondo Qutb, è il codice della shari'a.

Paesi che adottano, a vari livelli, la shari'a

L'applicazione integrale della shari'a è naturalmente un progetto da realizzare nel futuro; nel frattempo l'Islam deve proteggersi dai nemici con il jihad, con una guerra difensiva. Una volta conquistato uno Stato, la lotta contro miscredenti e infedeli dovrà essere durissima, attraverso l'uso della polizia al servizio della religione. In questa lotta sarà inevitabile che alcuni musulmani giusti e puri muoiano, ma questa non sarà vera morte, perché l’esempio del martire produrrà altra vita, cioè il successo dell'Islam. Per la realizzazione di questa utopia è quindi giusto che si diffonda la vocazione al martirio, nel senso etimologico del termine: il martire (shahid, in arabo) è un testimone della verità e quindi capace di produrre vita con il proprio sangue versato. Chi muore nella lotta per l'affermazione della verità dell'Islam resta in vita, è una forza attiva che serve alla crescita e alla diffusione della comunità: “nella loro morte non c'è – scrive Qutb – un vero senso di perdita, perché continuano a vivere”. (3 - continua)
Manifestazioni contro l'Occidente: il manifesto di sinistra
dice: "Macellare chi deride l'Islam"; al centro: "Decapitare
chi insulta l'Islam"; dietro questo: "Liberalismo all'inferno".

Recenti manifestazioni anticristiane




























Utilizzate le seguenti opere:

Paul Berman, Terrore e liberalismo. Perché la guerra al fondamentalismo è una guerra antifascista, (2003), tr. it. Torino, Einaudi, 2004

Enzo Pace, Renzo Guolo, I fondamentalismi, Roma-Bari, Laterza, 2003

Heinz Halm, L’Islam, (2000), tr. it. Roma-Bari, Laterza, 2003

2 commenti:

  1. Qtub dice che "chi non vuole seguire la religione dell'Islam è libero di farlo, ma non deve minacciare di rovesciarlo, altrimenti sarà punito". Ognuno è libero di pensarla come vuole dunque sarei d'accordo sul fatto che non bisogna intromettersi nella vita religiosa di un individuo o di una comunità. La contraddittorietà del discorso stà però nel fatto che tutto questo non vale per loro. Gli islamici hanno la possibilità, o addirittura il dovere, di convertire il mondo, anche a costo di utilizzare mezzi illeciti come una guerra. Più cresco e più mi accorgo di come le religioni abbiano rovinato o, per non essere troppo duri, rallentato la via verso la vera libertà (senza ideologie, dove non c'è bisogno che una religione ti dica di non rubare, ma è l'individuo stesso non tollera tale pratica perchè recherebbe danno alla comunità, dove non c'è una religione che pretende di intrufolarsi nella vita politica). Và comunque dato il giusto merito alla religione per aver tentato in un primo momento di regolamentare la vita dei cittadini secondo me. Comunque ottimo articolo come sempre Professore.

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  2. Sì, il problema con l'islamismo radicale è proprio questo: per esso convertire il resto del mondo con ogni mezzo è un dovere, mentre un cristiano che legge la Bibbia o il Vangelo in un paese che segue la sharia rischierebbe la pena di morte. Però non dobbiamo confondere l'islamismo radicale con l'Islam: è il primo ad aver eletto l'occidente a suo nemico; con il secondo una strada per la convivenza deve pur esserci. Qui in Italia, ad esempio, vivono musulmani pacifici e perfettamente integrati. Non sono tutti "islamisti radicali". Vero è che l'islamismo radicale, e il pensiero di Qutb in particolare, hanno molto seguito tra quei giovani che si sentono attratti da messaggi fortemente identitari e violenti. Questo è il vero pericolo. Grazie per la tua assiduità! un caro saluto!

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