lunedì 26 novembre 2012

Primarie del centro-sinistra e proteste studentesche.


Le novità di questi giorni: le primarie del centro-sinistra.
Le proteste studentesche


Mentre il lavoro mi teneva inchiodato alla scrivania e lontano dal mio blog per diversi giorni, sono accadute in Italia due cose meritevoli di attenzione: le primarie del centro-sinistra; le manifestazioni studentesche (e in genere della scuola) contro la legge di stabilità e, soprattutto, contro il ddl 953, meglio noto come “ex-Aprea”. Alle due questioni dedicherò questo post e, tra qualche giorno, il prossimo.


1. Le primarie del centro-sinistra. L’esperienza delle primarie “all’americana” si sta radicando nel nostro paese, e questo è un bene. La selezione dei candidati (alla carica di Primo ministro o a quella di sindaco di una città) all’interno di uno schieramento politico giova alla chiarezza ed evita il frazionamento eccessivo delle forze in competizione. Ma queste primarie hanno rivelato qualcosa di più. Hanno rivelato una profonda differenza tra il centro-sinistra e il centro-destra. Il PD e in genere il centro-sinistra, dall’Idv a Sel, hanno saputo creare nel tempo una classe dirigente, una leadership attorno alla quale si coagulano interessi, posizioni politiche, scelte ideali. Dopo la fine della Prima Repubblica e la crisi del sistema dei partiti che l’ha accompagnata, questa è la notizia più positiva: c’è una classe politica che sta risorgendo attorno alla leadership del centro-sinistra, un ceto politico, in parte nuovo in parte meno, che sta ricostruendo la propria credibilità, passo dopo passo.

Il centro-destra, invece, versa in una crisi di leadership, come dimostrano gli eventi di questi ultimi giorni: le polemiche interne sull’opportunità di effettuare le primarie (Alfano le vuole, Berlusconi ha più volte opposto il veto), l’eccessivo numero di candidature (se non sbaglio lunedì scorso si era giunti a undici candidati: vedi sky.it), le accuse reciproche tra i candidati di essere più o meno fedeli al capo, di essere più o meno presentabili… Il centro-destra in quasi 20 anni di vita non ha saputo creare una classe dirigente capace di continuare l’attività politica dopo il ritiro o la delegittimazione del suo fondatore, Silvio Berlusconi. L’unica classe politica con un certo seguito e una certa autonomia dal Cavaliere è quella che proviene da An che, infatti, sta cercando in questi giorni di prendere in mano la guida del Popolo delle libertà. Per il resto attorno a Berlusconi c’è solo il deserto: non un solo uomo o una sola donna del PdL hanno forza a sufficienza per affermarsi nel partito, poiché tutti sono stati più o meno imposti dal Capo, nessuno può vantare una propria autonoma legittimazione politica. La vicenda delle primarie del PdL sta rivelando a tutti gli italiani ciò che molti sapevano già da tempo: che il partito di Berlusconi è un “partito di plastica”, un partito finto, in toto dipendente da un solo uomo, senza una vera base e, quindi, senza una vera classe dirigente interna.

Anche alla luce di ciò, è tanto più encomiabile ciò che il PD è riuscito a fare: il processo di selezione del candidato attraverso le primarie che il partito ha avviato dimostra non solo, come dicevo, che esso è dotato di una ceto dirigente, ma anche che sa mettere in moto i meccanismi per il rinnovamento dei vertici. Tuttavia, secondo il sottoscritto, solo Matteo Renzi rappresenta appieno questo rinnovamento: Renzi è giovane, meno connotato ideologicamente rispetto a Bersani e a Vendola, pronto a ragionare sui problemi attuali senza preclusioni ideologiche e, soprattutto, non cerca nelle ideologie del passato la propria legittimazione politica. In questo senso un confronto tra il programma di Renzi e quello di Vendola dovrebbe chiarire le idee anche al più scettico.

Detto questo, mentre esprimo il mio favore nei confronti del sindaco di Firenze, devo manifestare subito un timore: se Renzi non vincerà il ballottaggio del prossimo 2 dicembre (e ciò è probabile, dati i risultati che in queste ore vengono resi noti), che ne sarà del suo pur coraggioso tentativo di rinnovare il centro-sinistra e la politica italiana? Se Renzi sarà sconfitto gli resteranno solo due possibilità: o rimanere nel partito piegando la testa, o uscire dal partito fondando l’ennesimo “cespuglio sotto la Quercia” per occupare un piccolo spazio nell’affollato centro-sinistra nazionale. Francamente non saprei quale delle due scelte consigliargli, ma certo è che il suo tentativo di rinnovamento rischia di naufragare in entrambi i casi.

Se invece dovesse  vincere, esito poco probabile ma non impossibile, credo che non sia così difficile prefigurare la vittoria del centro-sinistra alle elezioni politiche della prossima primavera: Renzi sarebbe la persona giusta per rassicurare il ceto medio e i delusi del centro-destra, ma allo stesso tempo garantirebbe l’impegno per una seria politica riformista. Inoltre potrebbe convincere anche coloro che a tutt’oggi hanno creduto e stanno ascoltando la sirena populista di Grillo, poiché Renzi appare fuori dai giochi della casta, insomma potrebbe venir percepito come un politico pulito e per bene anche da quanti vorrebbero distruggere ogni ceto politico. Per il centro-destra Renzi  sarebbe un avversario temibilissimo. Di questo si è accorto lo stesso Berlusconi che, proprio oggi, ha affermato: “con Renzi potrebbe nascere la forza socialdemocratica” (vedi notizia di qualche ora fa sul portale ADNKronos). 

Un complimento? Sì, certo, se ad esprimersi così fosse stato un altro personaggio della nostra politica (che so, Di Pietro o Casini), non se queste parole provengono dall’uomo più odiato dal “popolo di sinistra”. Cosa penseranno gli elettori di Vendola e della Puppato sentendo che Berlusconi tifa Renzi? Penseranno che al ballottaggio è meglio votare per Bersani. Credo che questo ragionamento l’abbia fatto anche il Cavaliere il quale, sapendo quale pericoloso avversario sarebbe Renzi alle elezioni politiche, con la sua uscita odierna ha praticamente consegnato a Bersani la leadership del centro-sinistra. In queste ore persino i vendoliani si staranno complimentando con Berlusconi. (1-continua)

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