mercoledì 5 settembre 2012

Balle in Rete: Hollande e i suoi miracoli


Le bufale sui miracoli di Hollande


Sarà arrivata anche a voi l’email che presentava con tono entusiasta l’operato del Presidente francese François Hollande nei primi due mesi di governo. Ha fatto il giro delle caselle di posta elettronica italiane più o meno intorno alla metà di luglio. Forse ha fatto più di un giro: a me, ad esempio, è arrivata ben quattro volte, da quattro diversi mittenti, nell’arco di una settimana. Forse vale la pena riportarne il testo per intero, così come mi è arrivata:


“Ecco cosa ha fatto Hollande (non parole, fatti....) in 56 giorni di governo.

Ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate. Ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, o è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”. Touchè. Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmiati subito, spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della nazione”. Ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione. Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei privati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali. Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperativa e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale. Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivistucole, fondazioni, e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate. Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione): chi offre crediti agevolati ad aziende che producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare: prendere o lasciare. Ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni, finché il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza toccare il pareggio di bilancio. Risultato: ma guarda un po’ SURPRISE!! Lo spread con i bund tedeschi è sceso, per magia. E’ arrivato a 101 (da noi viaggia intorno a 470). L’inflazione non è salita. La competitività re la produttività nazionale è aumentata nel mese di giugno per la prima volta da tre anni a questa parte. Hollande è un genio dell’economia?

FATE GIRARE!!!”


Oggi sappiamo che il testo di questa email è nato all’interno di qualche social network e da lì qualcuno l’ha fatto rimbalzare nel resto della Rete. Poi, attraverso i blog, attraverso Facebook e Twitter e grazie alla catena di Sant’Antonio delle email (vecchio sistema che funziona sempre) ha adescato, a quanto pare, centinaia di migliaia di internauti creduloni. Sì, creduloni, perché ciò che sta scritto in quell’email è semplicemente falso. Una delle tante bufale che girano in internet, una balla spaziale che ha fatto cadere in errore persino qualche giornalista esperto (vedi il caso di Leonardo Coen di Repubblica che nel suo blog, in un primo momento, ha dato credito alla notizia, poi, dopo alcune verifiche, si è accorto della falsità delle informazioni e ha fatto precipitosamente marcia indietro: vedi Hollande, la bufala dei tagli e la figuraccia di Repubblica, in Excite, Pazzo Web, 18/7/2012).

Chi ha creduto a questa falsa notizia deve possedere, ovviamente, l’accesso a Internet e collegarsi con una certa frequenza ai social network; ma deve anche possedere qualche nozione di economia e di politica, per capire di cosa si stava parlando nell’email, deve essere abbastanza informato sulle questioni relative al fiscal compact, allo spread e ai costi della politica: insomma, molto probabilmente possiede un grado di istruzione medio-alto. Ad esempio, coloro che hanno inviato a me la lettera sono tutte persone laureate. Un breve sondaggio tra amici e colleghi che hanno ricevuto la stessa mail mi ha confermato l’intuizione: a farla girare non sono individui sprovveduti, ma persone con livello di istruzione medio-superiore o universitario e in genere mostrano una discreta attenzione nei confronti dell’attualità politica.
Paolo Attivissimo, cacciatore di bufale in Rete

Della bufala su Hollande si sono occupati ormai in molti: Gian Antonio Stella su Sette (numero del 30 agosto 2012), il supplemento del Corriere della sera; Beatrice Mautino su Wired.it (vedi ad esempio: Le auto blu di Hollande, come nasce una bufala del genere, in Wired.it del 4 settembre 2012); Giuditta Mosca sul quotidiano Il Sole24ore (vedi I miracoli di Hollande, sul web spopola la bufala su Le President, in Il Sole24ore.it del 18 luglio 2012); e, infine, Paolo Attivissimo (I miracoli d’Hollande, 17 luglio 2012) che, nel suo blog Il Disinformatico, dà la caccia da anni a bufale come questa e smaschera continuamente teorie del complotto campate in aria e inganni circolanti in Rete. Vi rinvio a queste fonti per trovare puntuali demolizioni delle balle raccontate su Hollande. Sulle quali tornerò tra un attimo.

Prima di tornare alla nostra questione, infatti, vorrei consegnare al Moloch di Internet (nella speranza che gli vadano di traverso) queste considerazioni che sono l’ideale prosecuzione di quanto ho detto nell’ultimo post, quello del 28 agosto (L'inganno corre in Rete). Ciò che gira in Internet, lo ribadisco, spesso non è affidabile. Chi diffonde notizie false spesso non cita alcuna fonte, eppure trova sempre schiere di persone disposte a credergli sulla parola, solo perché il canale che utilizza è Facebook, Twitter o, più semplicemente, la posta elettronica. La credulità non ha età, prescinde dal titolo di studio e persino dalla enormità della balla raccontata. Ad esempio girano in Rete informazioni, spesso diffuse dai blogger, secondo le quali l’Aids non esisterebbe, ma sarebbe un’invenzione delle case farmaceutiche (di recente si è saputo che anche Beppe Grillo ha affermato di credere a questa balla: vedi Pietro Greco, Grillo e la negazione dell’Aids. È l’ora del “populismo sanitario”, L’Unità, 2 settembre 2012; questo articolo, insieme a quello di Beatrice Mautino, Beppe Grillo e il negazionismo, Wired.it, 23 maggio 2012, è un’ottima rassegna delle bufale e delle balle pseudoscientifiche e complottiste messe in circolazione da Grillo attraverso la Rete); che l’11 settembre non si sarebbe verificato (vedere il blog di Paolo Attivissimo per una panoramica completa sulle bufale relative all’attentato alle Torri gemelle del 2001); che quel giorno sulle Twin Towers vi era un ufo (cfr. ibidem); che Leonardo da Vinci era un extraterrestre e che nel famoso Cenacolo si celerebbe il volto di un extraterrestre (vedi, ad esempio, Youtube); che gli antichi Egizi costruirono le piramidi grazie all’aiuto degli alieni (vedi Mondoufo su Leonardo.it), che persino Gesù sarebbe un ufo (vedi, ad esempio, il blog noiegliextraterrestri.blogspot.it).


Naturalmente di creduloni disposti a credere a queste come ad altre balle ve ne sono sempre stati, anche prima di Internet. Il negazionismo, ad esempio, ha riguardato in passato materie come l’Olocausto (anche oggi c’è chi lo nega) o come la missione Apollo 11 e relativo sbarco sulla Luna (rinvio sempre all’aggiornatissimo blog di Paolo Attivissimo e ai libri di Massimo Polidoro, autori che, tra l’altro, collaborano con il CICAP). Analogamente, da secoli circolano teorie complottiste e dietrologie fantasiose per spiegare eventi difficili da capire: nel medioevo si credeva agli untori per spiegare la peste; si vedevano fate e streghe laddove si verificavano fenomeni inspiegabili per la cultura del tempo; si sosteneva che i mari tempestosi fossero abitati da mostri terribili… Dall’età moderna in poi si è diffusa la teoria del “complotto ebraico” contro la civiltà cristiana, complotto a cui sono stati via via addebitati eventi come le pestilenze, le guerre di religione, le crisi economiche (specie quella del 1929), le due guerre mondiali e persino la stessa Shoah. Com’è noto, a queste teorie del complotto si sono ispirati i dittatori del Novecento per attuare e giustificare politiche repressive e di sterminio.


Niente di nuovo sotto il sole, quindi? No, il nuovo c’è, un nuovo che invita ad un’attenzione maggiore rispetto al passato. Il nuovo di oggi è Internet, perché capace di generare un “io collettivo” di straordinaria potenza, di fronte alla quale rischiamo di essere tutti sprovveduti. E, come dicevamo prima, non bastano i titoli di studio a salvarci. Lo aveva già notato Le Bon alla fine dell’Ottocento: quando moltissimi individui sono riuniti in gruppo, non vi è differenza tra una folla di asini e una di accademici di Francia. Internet è il catalizzatore delle folle contemporanee, ciò che gira nel suo enorme ventre può divorare il buon senso e l’intelligenza di chiunque. Quando una notizia è appresa attraverso i suoi canali sembra che vengano meno tutti i principi di cautela che in altre occasioni utilizzeremmo per non essere presi per il naso. Inoltre, più la notizia è stramba, più essa si mostra capace di alludere ad un mistero irrisolto, e più essa dona all’utente che la diffonde il crisma della modernità e della trasgressione: chi la fa circolare cerca il suo momento di celebrità e spera che la rivelazione della verità, che soltanto lui ritiene di conoscere, possa donargli una fama da rock star. Internet è capace di solleticare a tal punto la volubilità e la frustrazione delle folle contemporanee da spingere milioni di individui ad inventare notizie di sana pianta e a spacciarle in Rete come Verbo.

Torniamo ad Hollande. C’era, in questo caso, un principio di cautela che si poteva usare di fronte a quella email? Certo che c’era! Bastava chiedersi come mai, di quegli incredibili trionfi politici del Presidente francese, non un solo giornale d’Oltralpe facesse menzione; nessuno, neppure quelli del Partito socialista, il partito di Hollande, che, pure, avrebbero avuto tutto l’interesse a pubblicizzare le eroiche riforme del suo leader; neppure il sito Internet del governo francese che pubblica le norme emanate dall’esecutivo e, come nel caso dei giornali socialisti, avrebbe avuto tutto l’interesse a divulgare simili informazioni. Beatrice Mautino, la già citata giornalista di Wired.it, ha persino telefonato ai suoi colleghi a Parigi per chiedere loro se sapessero qualcosa di queste riforme, ed essi sono letteralmente caduti dalle nuvole… Insomma, di fronte all’enormità della notizia bastava esercitare un po’ di sano scetticismo prima di abboccare. Ma la tentazione di apparire il Vendicatore dei torti subiti dal popolo è evidentemente troppo forte per certi navigatori di Internet, tanto da fagocitare in un sol boccone il loro buon senso e il loro scetticismo. “Annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità inconscia, orientamento determinato dalla suggestione e dal contagio dei sentimenti e delle idee in un unico senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite, tali sono i principali caratteri dell’individuo in una folla. Egli non è più se stesso, ma un automa, incapace di essere guidato dalla propria volontà” (Gustave Le Bon, Psicologia delle folle, [1895], tr. it. Milano, Mondadori, 1982, p. 39).


Internet può essere pericoloso se lasciamo che il fascino del mezzo annulli la nostra capacità di giudizio. Ma può essere “umanizzato”, a patto di non rinunciare ad usare la ragione e il dubbio metodico cartesiano, almeno quando serve (ma serve spesso). FATE GIRARE!!