giovedì 18 ottobre 2012

Ideologia del terrore e islamismo: sesta parte. Jihadismo e Al Qaeda.


6a parte: Dallo jihadismo a Bin Laden. Nascita e sviluppo di Al Qaeda.

11 settembre 2001. L'attacco di Al Qaeda alle Torri gemelle di New York.

Da tutte le esperienze di terrorismo nate dagli anni Ottanta in poi si formò Al Qaeda che cominciò a costituirsi all’interno del movimento internazionale di volontari per il jihad afghano.

Mappa dell'invasione sovietica dell'Afghanistan

L’Afghanistan, infatti, era stato occupato nel 1979 dall’Urss che vi impose un governo comunista (guidato da Babrak Karmal). Da quel momento il paese sprofondò nella guerra civile, poiché i musulmani afghani si opposero con le armi all’invasione sovietica, creando il movimento dei mujaheddin che chiamò a raccolta tutto l’Islam, dall’Algeria al Sudan, dall’Egitto all’Indonesia, per sostenere la lotta di liberazione contro l’invasione russa. Si formò così un vasto fronte di mobilitazione internazionale che raccolse volontari da tutti i paesi musulmani da inviare in Afghanistan. Il centro di raccolta dei volontari era l'Ufficio dei servizi (Maktab al Khidamat: MAK) di Peshawar, in Pakistan.
Abdullah Azzam: questa è la foto
più famosa di Azzam reperibile in rete

L'ufficio era gestito da uno studioso islamico di origine palestinese, lo sceicco Abdullah Azzam che era stato amico della famiglia Qutb e aveva a suo tempo insegnato giurisprudenza islamica in Egitto, presso la prestigiosa università Al-Azhar. Era il rappresentante dei principi sauditi nel jihad afghano e con le credenziali che possedeva reclutò in tutto il mondo, compresi gli Usa, volontari da inviare non solo ai talebani afghani ma anche ad Hamas. Fu in questa circostanza che i servizi segreti statunitensi finanziarono e addestrarono membri del movimento di resistenza afghana, probabilmente lo stesso Bin Laden venne armato e sostenuto dagli Stati Uniti, nella speranza di contrastare così, in modo indiretto, l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Fu forse in questa circostanza, infine, che si cominciò ad usare il termine Al Qaeda.
La prima sede del MAK, a Peshawar

L’origine della parola è comunque incerta. Al Qaeda (o al-Qa'ida) in arabo significa “la base”, parola che può indicare sia i primi campi di addestramento dei mujaheddin in Afghanistan (versione sostenuta dallo stesso Bin Laden in un'intervista rilasciata ad Al Jazeera nell'ottobre 2001); sia un database di reclutamento dei mujaheddin creato forse dalla stessa Cia all'epoca del sostegno che gli Usa davano ai mujaheddin nella guerra contro l'Urss in Afghanistan (versione sostenuta da Robin Cook, il ministro degli esteri inglese che si dimise dal governo Blair per protesta contro l'intervento in Iraq; al-Zawahiri nel suo libro pubblicato in Internet nel 2008 e intitolato al-Tabria, ovvero L'assoluzione, sostiene che Al Qaeda in Afghanistan non è stata mai né sostenuta, né finanziata, né istruita dagli Usa); sia il centro di reclutamento di Peshawar che raccoglieva volontari da inviare a combattere contro i russi in Afghanistan (tesi sostenuta dal saggista Peter Bergen, studioso del fenomeno Al Qaeda e biografo di Bin Laden, oggi docente alla John Hopkins di Washington).
Bin Laden (a sinistra) insieme ad al-Zawahiri

Come ogni gruppo impegnato sul fronte della lotta politica e armata, anche Al Qaeda ha avuto subito le sue correnti interne: una di queste, guidata da Osama bin Laden (o Usama ibn Ladin, nato a Riyad nel 1957), si allontanò dalle idee di Azzam e prese a seguire quelle dello sceicco Omar e di al-Zawahiri.

Lo sceicco Omar Abdel Rahman, negli anni Ottanta residente negli Stati Uniti, sosteneva apertamente da anni, anche nel corso delle sue prediche nelle moschee, che occorresse colpire gli abitanti di New York in massa e a caso. È stato il suo gruppo (forse già allora finanziato da Bin Laden) ad effettuare l'attentato del World Trade Center del 1993 dove rimasero uccise 6 persone; è stato il suo gruppo a ordire gli attentati, poi falliti, nelle gallerie di New York e nel palazzo dell'Onu. Omar è stato catturato e condannato all’ergastolo nel 1995 dalla giustizia americana, ma Al Qaeda ereditò i suoi progetti.
Lo sceicco Omar, tuttora in carcere negli
Stati Uniti

Riguardo ad Ayman al-Zawahiri, che ho già nominato nel precedente post, medico di origine egiziana, è stato tra i fondatori dell’organizzazione Jihad islamica egiziana di cui ho parlato nel post suddetto; si avvicinò a Bin Laden proprio in occasione della resistenza antisovietica in Afghanistan e da allora divenne suo luogotenente, stretto collaboratore nonché, a quanto si sa, suo medico personale.

All’epoca del reclutamento dei volontari tramite il MAK, Omar e al-Zawahiri volevano sostenere tramite questa organizzazione un jihad globale, cominciando con il colpire i governi musulmani filo-occidentali, a partire da quello che si stava formando a Kabul. Qui, infatti, nel 1986 si era costituito, con il consenso dell’Urss che voleva uscire dall’onerosa e inconcludente guerra afghana, un governo islamico di riconciliazione nazionale presieduto dal musulmano Muhammad Najibullah. Azzam, dopo aver combattuto contro i russi, ora intendeva trovare una via per la pacificazione del paese ed era intenzionato ad appoggiare il nuovo governo, ma soprattutto non voleva che si accendessero rivalità e conflitti tra musulmani. Ma i mujaheddin afghani non riconobbero il nuovo governo e continuarono la guerriglia contro di esso anche dopo il ritiro sovietico, avvenuto tra 1988 e 1989. Nel 1989 Azzam fu assassinato a Peshawar in un attentato dinamitardo di cui non si sono mai conosciuti i responsabili, cosicché Bin Laden prese il comando di Al Qaeda, anche grazie al suo considerevole patrimonio messo a disposizione dell’organizzazione: circa 300 milioni di dollari ereditati dalla sua facoltosa famiglia (il padre di Osama era un ricco magnate delle costruzioni). Preso il comando e ricevuto l’appoggio del gruppo di al-Zawahiri, Osama si attivò subito, organizzando attentati in Sudan e Afghanistan. In Sudan, dove visse da esule, ricercato dalla polizia saudita, dal 1992 al 1996, egli fissò il suo quartier generale. In Afghanistan le sue azioni terroristiche unite alla guerriglia provocarono la caduta del governo di Najibullah (1992). Poi, tra 1992 e 1996, vi scoppiò la guerra tra le varie fazioni, tribali e religiose, che avevano combattuto per l’indipendenza afghana; infine, nel 1996, prese il potere la componente più radicale e fondamentalista di queste fazioni, ovvero i taliban, il movimento degli studenti delle scuole religiose sunnite che, nel frattempo, Bin Laden aveva cominciato a sostenere.
Mujaheddin afghani durante la guerra antisovietica
L'attentato all'ambasciata Usa di Nairobi, 7 agosto 1998
Il successo in Afghanistan galvanizzò Al Qaeda che nel corso degli anni Novanta vide crescere enormemente sia il numero degli affiliati che i campi di addestramento, sparsi in molti territori del mondo islamico, dal Sudan alla Somalia, dall’Iraq e dall’Iran all’Afghanistan, dal Pakistan all’Indonesia. È in questo decennio che l’organizzazione ha messo a segno i colpi più clamorosi che avevano come obiettivo di portare la guerra contro gli infedeli fuori dai confini tradizionali dell'islam: del resto Al Qaeda si professava movimento islamico in senso vasto, non legato ad una base nazionale o etnica. Gli attentati più noti sono quello del novembre 1997 a Luxor, dove morirono oltre 60 turisti; quelli contemporanei dell’agosto 1998 contro le ambasciate americane a Nairobi, in Kenia, e a Dar es Salaam, in Tanzania, con un bilancio complessivo di oltre 200 vittime e 4000 feriti; quello dell’ottobre del 2000 contro il cacciatorpediniere Uss Cole nel porto di Aden, che provocò la morte di 17 marinai e il ferimento di altri 39. Oltre a questi attentati, Bin Laden e Al Qaeda avrebbero sostenuto il GIA algerino, il movimento dei martiri di Al Aqsa a Gerusalemme, gli attentati di Hamas contro Israele e tutta una serie di iniziative terroristiche, sventate o fallite, dall’Indonesia agli Stati Uniti. Fra queste, dopo l'11 settembre, gli attentati alla stazione di Madrid dell'11 marzo 2004 (191 morti e oltre 2000 feriti) e alla metropolitana di Londra del 7 luglio 2005 (oltre 50 vittime e 700 feriti). 

L'attentato di Madrid dell'11 marzo 2004
Così l'organizzazione di Bin Laden si presentava come erede del pensiero di Qutb: era un'avanguardia (colta, ricca, pronta a morire), era costituita da musulmani non necessariamente arabi; faceva sì rivendicazioni politiche concrete (come ad esempio la “pace” in Palestina, che nel vocabolario dei fondamentalisti significa eliminazione di Israele), ma utilizzava lo stesso linguaggio millenarista di All’ombra del Corano. L’iniziativa più sanguinosa e più clamorosa portata a termine da Al Qaeda, com’è noto, è stato l’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001.
Il video del 7 ottobre 2001 diffuso da al-Jazeera: Al Qaeda rivendica l'attentato
dell'11 settembre 2001 alle Torri gemelle
Bin Laden nel video del 7 ottobre 2001
Nel video diffuso da Al Jazeera il 7 ottobre 2001, dopo l'attentato alle torri gemelle, Bin Laden compare seduto su un tappeto con a fianco al-Zawahiri e un paio di assistenti tutti con barba e turbante, come prescrive la tradizione: sembrava, come ha scritto Berman, una scena del settimo secolo, con Maometto seduto accanto ai suoi compagni appena fuori Medina. Nel video Bin Laden ha un tono pacato, tranquillo e poetico, quasi ispirato. In All'ombra del Corano, Qutb aveva descritto una Medina dei tempi del profeta popolata da quattro tipi di persone: l'avanguardia dei musulmani, i pagani, gli ipocriti che fingevano di essere musulmani, i perfidi ebrei. Bin Laden, in quel video, descrisse il mondo attuale più o meno nello stesso modo: l'avanguardia musulmana costituita da lui e dai suoi collaboratori e soldati; i pagani, rappresentati dagli Usa; gli ipocriti rappresentati dai leader dei paesi islamici alleati con gli Usa; infine gli ebrei rappresentati dai carri armati di Israele. “Dio – sostenne Bin Laden – ha destinato un gruppo di musulmani d'avanguardia, la prima dell'islam, a distruggere l'America […] simbolo del paganesimo nel mondo moderno”. Aggiunse poi: “Da oltre ottant'anni la nostra nazione islamica è vittima della stessa umiliazione e disgrazia, i suoi figli vengono uccisi e il loro sangue versato, i suoi luoghi sacri profanati” (per il testo completo, in inglese, delle affermazioni di Bin Laden fare clic qui). A quale evento di 80 anni prima faceva riferimento il capo di Al Qaeda? Faceva riferimento all’abolizione del califfato decisa nel 1924 da Kemal Ataturk, il crimine più grande perpetrato da un'ipocrita musulmano al servizio dei pagani, la data che segnò, per la religione musulmana, l'inizio dello “sterminio”: ricordate la lugubre espressione usata da Qutb? Quale sarebbe stata la strada da percorrere per vincere e ripristinare l'era di purezza e di eternità rappresentata dal califfato del settimo secolo, in quel video Bin Laden non lo disse, ma l'attentato dell'11 settembre lo lasciava presagire. Del resto Azzam nelle sue lezioni tenute in Egitto e a Peshawar aveva affermato: “La Storia non si scrive se non col sangue. La gloria non costruisce il proprio palazzo nobile se non con i teschi. Onore e rispetto non possono esistere se non fondandosi su feriti e morti” (citato da P. Berman, Terrore e liberalismo, cit., p. 142). (6 - continua)